Dopo gli eventi narrati in Hawkeye, Maya Lopez (interpretata da Alaqua Cox), una giovane assassina sorda con una protesi alla gamba, si trova ad affrontare lo zio, il temibile Kingpin (Vincent D’Onofrio). La storia si sviluppa attraverso flashback che svelano il suo passato, partendo dalla tragedia familiare dell’infanzia fino all’addestramento sotto il dominio di Kingpin. Dotata di un potere che le permette di replicare le abilità di combattimento dei suoi avversari, Echo diventa una potente forza nel sottobosco criminale. La serie esplora anche le sue radici Choctaw e la sua connessione con la famiglia.
Echo emerge come una serie “responsabilizzata”, con la responsabilità di portare avanti l’universo narrativo insieme ad altri recenti prodotti dell’MCU come Loki e The Marvels. Questo è evidente nelle scelte produttive che favoriscono la rappresentazione della femminilità, disabilità e differenze in generale. Questa direzione potrebbe essere vista come una strategia editoriale, ma c’è il rischio di essere etichettati come opportunismo, alla stregua di altri prodotti recenti come Barbie.
C’è anche un crescente senso di stanchezza nei confronti delle produzioni Marvel, e la creatrice della serie, Marion Dayre, sembra sfruttare gli elementi chiave del genere per mantenere l’interesse. L’atmosfera urbana e underground delle prime serie Marvel, come Daredevil e Jessica Jones, ritorna, con cameo di personaggi come Daredevil e Hawkeye.
La serie si distingue per le sue eccezionali scene d’azione nel multiverso, anche se non è una serie fondata esclusivamente sulla violenza. La trama si concentra sulla giovane assassina sorda e amputata, con una transizione ben strutturata da antagonista a eroina, guidata dalla tragedia familiare. Un tema centrale è quello dell’appartenenza, con Maya che, prima di essere criminale, è una donna disabile e una nativa americana Choctaw.
Echo si distingue per la sua audacia, combinando cruda violenza con complesse esplorazioni dell’identità del protagonista. La narrazione inizia con flashback che risalgono a millenni fa, sottolineando il legame con la cultura Choctaw e introducendo elementi mitologici alla trama. La serie evita la banalità, concludendo la storia non con una vendetta assolta, ma con un pieno riconoscimento dell’appartenenza e dell’identità di Maya.
Punti positivi della serie includono le scelte visive che valorizzano gli aspetti identitari, e un eccellente cast di supporto che aggiunge profondità e umorismo. Tuttavia, l’adesione all’universo interconnesso Marvel potrebbe essere vista come un aspetto sfavorevole, richiedendo una conoscenza pregressa per comprendere appieno la trama.
In definitiva, rimaniamo affezionati a questo universo e attendiamo con interesse lo sviluppo politico di uno dei personaggi più complessi dell’universo Marvel, interpretato magistralmente da Vincent D’Onofrio: Kingpin.
